A CURA DI: Dott. Antonio Fusco

  • Longevità in salute

Longevità in salute

A CURA DI: Dott. Antonio Fusco

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Infiammazione cellulare silente


Processo biologico in cui avviene l’espressione di molecole di adesione sulla membrana cellulare e della secrezione di sostanze biologicamente attive e chemiotattiche come citochine, fattori di crescita e radicali liberi.
E' l'iniziale risposta immunitaria dell'organismo per difendersi da un'invasione di microrganismi o in reazione a un danno tissutale dovuto a lesione interna o esterna, quindi un processo fisiologico, limitato nel tempo, fondamentale per le nostre difese.
Tutta la comunità scientifica è d'accordo sul fatto che l'iperattivazione cronica della risposta infiammatoria iniziale oppure livelli crescenti di infiammazione cellulare non risolta determinano un danno al tessuto che può sfociare nella perdita di funzione dell'organo attraverso il meccanismo della fibrosi. Questo è il motivo per cui l'infiammazione cronica aumenta il rischio sia di patologie cardiovascolari che degenerative legate all’invecchiamento  (cancro, Alzheimer, Parkinson etc.). E' un fenomeno che inizia in età giovanile, continua a strutturarsi in tutte le cellule del nostro corpo senza esprimere particolare sintomatologia (per tale motivo si definisce infiammazione cronica silente o "killer silenzioso"), divenendo la causa principale nello sviluppo della malattia; si possono quindi manifestare diverse malattie in età variabili in relazione alle predisposizioni genetiche. Il fenomeno infiammatorio diventa tanto più importante e pericoloso quanto peggiore è il nostro stile di vita.
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Risente infatti del consumo di cibi industriali con il loro eccessivo carico di zucchero e grassi idrogenati, ma anche dal consumo di carne, pesce e uova provenienti da allevamenti intensivi, dell'eccesso di cibo in generale, della sedentarietà o dell'eccesso di attività fisica, dello squilibrio della flora batterica intestinale (disbiosi), dello stress psicologico e dell'inquinamento ambientale.
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L'infiammazione è sistemica quando riguarda tutte le cellule del nostro corpo, intestinale quando riguarda le cellule intestinali ed in particolare le cellule della giunzione serrata fondamentali per la funzione di filtro del tubo digerente. In questo caso ne deriva una condizione nota come intestino permeabile che determina il passaggio di molecole proteiche nel sangue con conseguente stimolazione del sistema immunitario ed infiammatorio. E' questo il caso in cui l'infiammazione intestinale diventa infiammazione sistemica.
Una scorretta alimentazione a base di cibi industriali, caratterizzata da alte quantità di zucchero e di grassi idrogenati, è alla basa del fenomeno infiammatorio sia intestinale che sistemico disregolando, prima la risposta delle cellule all'azione dell'insulina e determinando, poi aumento abnorme di questo ormone generato dalla ghiandola pancreatica con potenti caratteristiche pro-infiammatorie.
Sebbene l'insulina si leghi ai recettori sulla superficie della cellula, la trasmissione del messaggio metabolico all'interno della cellula infiammata è molto attenuato. 
Tale condizione metabolica prende il nome di insulino-resistenza che ha radici in livelli crescenti di infiammazione sistemica non risolta all'interno delle cellule. La conseguenza diretta è l'iperinsulinemia dal momento che il pancreas continua a secernere insulina nel tentativo di ridurre l'eccesso di glucosio ematico. 
Quest'ultima condizione, come si accennava prima, aumenta i livelli infiammatori ed ossidativi sistemici innescando un circolo vizioso continuativo che, in presenza di fenomeni acuti come ad esempio infezioni virali, può determinare le cosiddette tempeste citochiniche infiammatorie con conseguenze letali (evento acuto con conseguenze letali del COVID-19).
Questo spiega il perchè pazienti con varie comorbilità (sommatoria di varie patologie infiammatorie), insieme all'età avanzata, possono andare incontro allo sviluppo di complicanze gravi delle infezioni da coronavirus, come il COVID-19.
Purtroppo l'incidenza di malattie croniche continua a crescere, con oltre il 90% della popolazione americana di età superiore a 65 anni che è affetto da almeno una condizione cronica degenerativa e con oltre il 75% di loro che ha due comorbilità.
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Un'alimentazione antiinfiammatoria appropriata con sostanze protettive selezionate sono un valido aiuto per preparare il nostro corpo a resistere meglio non solo alle epidemie di obesità, diabete, malattie cardiovascolari e degenerative, ma anche alla progressione di malattie legate all'invecchiamento o a infezioni virali come il COVID-19, e in caso di infezione aiutano a diminuire il rischio di progressione della malattia verso le forme più gravi.
Nella patogenesi dell’aterosclerosi evidenze sperimentali sempre più solide suggeriscono che, in associazione ai fattori di rischio cardiovascolari “classici”, i fenomeni infiammatori ricoprono una posizione di rilievo nella dinamica del processo aterosclerotico coronarico e delle Sindromi Coronariche Acute (SCA). Pertanto i markers sistemici di infiammazione stanno assumendo un ruolo sempre più importante nella stratificazione prognostica e nella gestione terapeutica dei pazienti con sindrome coronarica acuta (infarto miocardico).
Questa risposta infiammatoria è sostenuta e/o stimolata dallo stress ossidativo, che può costituire la connessione tra i disturbi lipidici e l’infiammazione. Da oltre 20 anni è noto che lo stress ossidativo, in particolare l’ossidazione delle LDL, può influenzare lo sviluppo della malattia aterosclerotica. Il colesterolo LDL è ancora più pericoloso quando diventa ossidato. Le LDL ossidate sono più reattive con i tessuti circostanti e possono depositarsi all'interno del rivestimento delle arterie. Macrofagi, colesterolo e altri lipidi sono i partner implicati nella formazione di placche con rischi cardiovascolari conclamati (aterosclerosi). 
Tutte le moderne ricerche hanno evidenziato che il nostro patrimonio genetico è determinante nella resistenza alle malattie e la spettanza di vita sana per il 15%, mentre per il restante 85% siano responsabili i fattori epigenetici, questi ultimi influenzabili positivamente da uno stile di vita antinfiammatorio e antiossidativo.
La condizione patologica infiammatoria può essere ben determinata e controllata nel tempo con un esame del sangue denominato Lipidomica di membrana eritrocitaria che rappresenta uno degli esami più importanti nel campo della prevenzione